Una pianta chiamata Ayahuasca contiene delle sostanze che potrebbero essere usate per rigenerare le cellule del pancreas, il che potrebbe aiutare a far regredire il diabete.
Secondo una recente ricerca pubblicata in Nature Medicine, questa nuova scoperta può con successo invertire il diabete. Le cellule Beta sono quelle che lavorano in piccoli raggruppamenti chiamati isole (islets) e che aiutano a produrre l’insulina, necessaria per mantenere entro la norma i livelli di zucchero del sangue.
Andrew Stewart, il direttore dell’Istituto per il Diabete, l’Obesità e il Metabolismo della Scuola di Medicina Icahn del Monte Sinai, dice: “Nei bambini e negli adulti con diabete di tipo 1, mancano circa il 99 % di cellule Beta, quindi non possono fabbricare abbastanza insulina. Questa è la causa del diabete.”
Attualmente ci sono molti farmaci che controllano i sintomi del diabete, ma non ci sono disponibili farmaci o molecole capaci di far riformare le cellule Beta.
Steward dice “Nel mondo della rigenerazione delle cellule Beta, si può raggiungere lo scopo in due modi: si possono usare le cellule staminali, creare cellule staminali e poi trapiantarle. O si può prendere una farmaco che faccia ricrescere le tue cellule Beta.”
Sebbene il metodo delle cellule staminali sembri promettente, Steward dice che ci saranno sicuramente difficoltà con delle procedure così invasive, e che, anche considerando l’attuale domanda, non ci sarà in ogni caso abbastanza disponibilità per tutti.
Secondo i recenti dati pubblicati dal Centro per Il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Centers for Disease Control and Prevention), il diabete attualmente interessa più di 20 milioni di persone in America.
Il team di Steward’s ha monitorato un gran numero di sostanze (più di 100.000) per vedere quali tra queste avessero la potenzialità di rigenerare le cellule beta. Lo screening ha ristretto lo sguardo su 86 possibili soluzioni che sono state testate manualmente.
Tra queste 86 sostanze, una sola ha fatto crescere le cellule Beta. Questa sostanza è nota come Armina.
L’Armina è una sostanza naturalmente presente in molte piante in tutto il mondo, ed è uno degli ingredienti recentemente trovati dentro la mistura psicoattiva ottenuta con la pianta Ayahuasca.
TRADOTTO DALL'ORIGINALE IN INGLESE: http://www.sciencetimes.com/articles/4211/20150313/psychoactive-ayahuasca-plant-might-be-the-key-to-reversing-diabetes.htm

Questo articolo è stato tradotto dall’originale e l’autore dello stesso è menzionato all’inizio del testo. Per conoscere maggiori informazioni sull’autore seguire il link che cita la fonte.
Per cominciare, non esiste nessuna pianta chiamata Ayahuasca. Poi, l’ armina è una molecola che ha ben poco a che vedere con gli effetti psicoattivi della bevanda, ed è piuttosto presente in uno dei suoi ingredienti e la cui funzione è quella di potenziare gli effetti del principio attivo dell’Ayahuasca (la DMT).
Se l’intento di questo articolo è quello di far passare il messaggio che il diabete sia curabile con l’Ayahuasca, il messaggio è impreciso e del tutto fuorviante.
Non credo che l’articolo sia fuorviante o impreciso. E’ stato tradotto da una prestigioso portale scientifico. Forse è lei che non si è documentato bene in materia, infatti il suo commento contiene diversi errori.
‘Ayahuasca’ è precisamente il nome in Quechua della liana (una pianta, un rampicante) che viene usata per fare il decotto che ne prende il nome, a cui vengono poi aggiunte altre piante, solitamente la Chacruna (che spesso è l’unico altro componente).
In alcune tribù l’Ayahuasca è altresì l’unico componente del decotto.
La Chacruna è quella che contiene la DMT (non l’ayahuasca), che l’Armina – contenuta invece proprio nell’Ayahuasca (intesa come pianta) – contribuisce a rendere assimilabile per via orale, grazie alla sua funzione di inibire la monoammino ossidasi.
Può approfondire la materia qui:
http://www.ayahuasca-info.it/ricerche-scientifiche-ayahuasca/ayahuasca-breve-contributo-della-neuroscenza-e-della-psicologia-analitica/
Nell’articolo è spiegato chiaramente che la ricerca è stata fatta sulla molecola dell’Armina e non sull’Ayahuasca, e l’accostamento all’Ayahuasca viene fatto nell’ultima riga, a pura discrezione dei redattori di un portale scientifico. E’ loro anche il titolo.
E’ risaputo che la nostra scienza lavora con le molecole e non genericamente con le ‘piante’, ma i divulgatori preferiscono usare nomi e riferimenti a cose più alla nostra portata.
Secondo la sua logica sarebbe un fake anche questo altro articolo, dove si specula che l’ayahuasca potrebbe stimolare la crescita d nuove cellule cerebrali?
http://www.ayahuasca-info.it/ricerche-scientifiche-ayahuasca/layahuasca-stimola-la-crescita-di-nuove-cellule-cerebrali/
Eh si perché nella sperimentazione in vitro hanno usato la Tetraidroarmina, non l’Ayahuasca.
Tornando al nostro articolo, se l’Armina, contenuta nell’Ayahuasca (intesa sia come pianta, che come decotto), ha la proprietà di far rigenerare le cellule Beta, per proprietà transitiva ce l’avrà anche l’Ayahuasca (intesa sia come pianta che come decotto)
Tralaltro, illustri scienziati hanno anche ipotizzato che molta dell’azione psichedelica dell’Ayahuasca (intesa come decotto) sia dovuta proprio all’zione dell’Armalina stessa, e non solo al DMT, o comunque a una interazione tra le due sostanze. (leggi “Il rampicante del fiume celestiale” di Claudio Naranjo, recensito qui: http://www.ayahuasca-info.it/ayahuasca-bibliografia-in-italiano/)
Condivido i suoi ragionamenti, ciò che continua a non piacermi è l’accostamento della bevanda con l’effetto antidiabetico. A un lettore un po’ superficiale, può passare un messaggio fuorviante, un po’ come quando si dice che il vino rosso contiene sostanze salutari per il sistema cardiovascolare: sicuramente, ma per assumerne (dal vino) una dose giornaliera di quelle molecole che svolga gli effetti terapeutici ricercati, bisognerebbe scolarsene due bottiglie al giorno!
Insomma, non sto discutendo nel merito la ricerca svolta, contesto solo il titolo dell’articolo giornalistico che ne è scaturito e che voi avete letteralmente tradotto.
Forse un titolo più appropriato e comunque d’effetto sarebbe potuto essere “Nell’ Ayahuasca può esserci la chiave per curare il diabete.”
Tanti, anzi, la quasi totalità dei farmaci dei quali disponiamo deriva da sostanze naturali, e non c’è da stupirsi!
Infine, ribadisco che se l’intento di questo articolo è quello di dire che il diabete possa essere curabile assumendo Ayahuasca (intesa sia come pianta o come bevanda), si sta sbagliando.
Condivido anche io che il messaggio può essere fuorviante ad una lettura superficiale, l’intento tuttavia è quello di mostrare quante diverse proprietà la nostra scienza ufficiale stà riscontrando in questa bevanda tradizionale indigena. Forse aggiungerò un’introduzione per chiarire l’intento e sottolineare che non si può dire che l’ayahuasca curi il diabete, con i dati che emergono da questa ricerca. Non mi piace manipolare gli articoli che traduco, ma in questo caso forse è necessario. Grazie dell’input