I primi studi clinici sui rischi e sulla sicurezza dell’ayahuasca sono stati condotti su proposta delle chiese sincretiche Brasiliane, da allora l’interesse scientifico è cresciuto di anno di anno in maniera esponenziale.
Sin dalle prime ricerche è emerso che l’uso dell’ayahuasca è relativamente privao di rischi dal punto di vista sia fisico che psicologico.
Tuttavia, come molti fanno notare, gli studi scientifici condotti finora si sono svolti tutti su consumatori di lungo periodo e in contesti ben specifici, tra cui appunto quelli cerimoniali e rituali delle chiese sopra menzionate.
Di conseguenza i campioni potrebbero non essere rappresentativi:
1) perché potrebbero essersi auto-eliminate quelle persone che, proprio per aver sperimentato reazioni avverse all’inizio, non hanno prolungato l’uso nel tempo
2) perché circoscritti ad un solo tipo di contesto.
Questo punto è molto importante, perché significa che la sicurezza dell’ayahuasca è stata convalidata solo in questo particolare tipo di forma di uso:
non si possono estendere i risultati e de-contestualizzarli, affermando universalmente che l’ayahuasca sia priva di rischi.
Già ampiamente sottolineato dalle tradizioni indigene, il problema dell’appropriato contesto d’uso è recentemente apparso anche in studi tossicologici ed epidemiologici(2) .
In questi studi continua ad essere sottolineata la sostanziale sicurezza dell’assunzione di ayahuasca – malgrado la segnalazione di qualche caso di reazione avversa, anche severa(1) – ma viene evidenziato come questa sicurezza sia nettamente maggiore all’interno di contesti tradizionali, rituali e religiosi, rispetto agli altri tipi di contesti in cui ne è nota l’assunzione.
Per giustificare questa diversità di reazione alla sostanza a seconda del contesto, gli studiosi ipotizzano la mancanza di controllo sull’esatta composizione chimica del decotto, quando questo viene assunto in situazioni ‘fai da te’ o in contesti non affidabili e non controllati.
In pratica ipotizzano che altre componenti utilizzate per produrre ayahuasca (al di fuori della banisteriopsis caapi e della psycotria viridis) possano essere meno sicure. Questo punto è di notevole interesse, in quanto è molto diffusa nella comunità ayahuasquera l’idea che gli analoghi dell’ayahuasca siano in tutto e per tutto uguali all’ayahuasca tradizionale.
Dal punto di vista energetico/spirituale è invece più facile ipotizzare una spiegazione, legata alla capacità di persone adeguatamente formate di proteggere lo spazio cerimoniale, e prendersi cura dei partecipanti.
Controindicazioni fisiche e psicologiche
Nonostante la generale sicurezza dell’assunzione di ayahuasca, sono comunque note alcune controindicazioni di tipo sia fisico che psicologico.
Le prime riguardano persone con patologie che comportano alterazioni della pressione arteriosa e/o problemi di cuore.
Per quanto riguarda le donne in gravidanza i pareri sono un pò discordanti. Sia le tradizioni indigene che le chiese sincretiche non sconsigliano la partecipazione alle donne incinte, mentre studi scientifici mirati non sembrano essere stati prodotti.
Tuttavia, per una mera questione di buon senso, sarebbe meglio evitare di assumere ayahuasca nei primi tre mesi di gravidanza, quando il rischio di aborto legato è più alto e i normali effetti collaterali dell’ayahuasca (come il vomito, la diarrea, e le conseguenti contrazioni dell’addome) potrebbero compromettere la gestazione.
Le controindicazioni di ordine psicologico riguardano persone con precedenti di disturbi psicotici o in trattamento con farmaci antidepressivi che agiscono sul sistema serotoninergico. L’ayahuasca è famosa per avere effetti positivi nel ridurre la sintomatologia delle patologie mentali meno severe come depressione, ansietà, insonnia, dipendenze.
Tuttavia, nel caso specifico della depressione, la maggior parte dei farmaci attualmente in commercio usa meccanismi di inibizione della ricapitolazione della serotonina (SSRI) o della monoammino-ossidasi (IMAO o MAOI). La carenza di questo neurotrasmettitore (serotonina) è sempre notevole nei soggetti malati di depressione, quindi questi farmaci tendono a renderlo più disponibile a livello ematico, per alleviare i sintomi della malattia.
Dal momento che il meccanismo d’azione dell’ayahuasca coinvolge lo stesso sistema serotoninergico, il sovrapporsi dei due effetti potrebbe causare reazioni avverse, tra cui la nota ‘sindrome serotoninergica’, che può avere conseguenze anche gravi (persino fatali) sulla salute.
Quindi persone con la pressione alta, con problemi di cuore, con storie di precedenti episodi psicotici o in cura farmacologica per la depressione, non dovrebbero prendere ayahuasca.
Controindicazioni psicologiche e contesto
Quando si parla di reazioni avverse psicologiche si parla principalmente dei break psicotici (schizofrenia, stati dissociativi, delirio, paranoia, allucinazioni che durano oltre la durata dell’effetto proprio della bevanda).
Rispetto all’importanza del contesto d’uso, le stesse conclusioni tratte per le controindicazioni fisiche valgono anche per le controindicazioni psicologiche: i contesti non rituali e non controllati danno più frequentemente luogo a reazioni avverse.
Anche se un recente studio comparativo sembra minimizzare la differenza(3), l’unica cosa che si può dire con certezza è che non ci sono sufficienti studi effettuati al di fuori dei contesti rituali, per quanto riguarda l’uso specifico dell’ayahuasca.
Per questo è altamente sconsigliata l’assunzione di ayahuasca a chiunque abbia precedenti di malattie psicotiche, o se questi problemi compaiono nella storia familiare del soggetto.
L’ayahuasca ha tra i suoi effetti quello di favorire una forte alterazione della percezione della realtà, sia in termini esteriori che interiori. Per chi considera l’ayahuasca uno strumento di cura questo si traduce in ‘visioni spirituali/aperture di coscienza’, mentre il linguaggio scientifico non ha ancora coniato un termine che accetti in modo non critico questo stato, e continua a chiamarlo ‘allucinazioni’.
Ad ogni modo il contesto di interpretazione di queste aperture di coscienza è fondamentale per determinarne l’accettazione, l’interpretazione, e l’integrazione nel sistema di credenze di chi le sperimenta.
Dal punto di vista antropologico è ormai assodato considerare la realtà in cui ci muoviamo tutti i giorni come un costrutto socialmente condiviso e non come qualcosa di oggettivo. La realtà viene cioè “costruita giorno per giorno”, mediante la condivisione dell’interpretazione di ciò che ci accade.
In questo senso si può capire perché le visioni hanno un impatto diverso se avvengono in un contesto rituale/tradizionale o se avvengono in solitario, o in un contesto non in grado di darne un’interpretazione soddisfacente.
Nel primo caso infatti, esiste già una visione del mondo di riferimento in cui inquadrarle, qualcuno che se ne fa interprete e che può indirizzare la persona in un panorama ‘noto’ e condiviso.
Nel secondo caso, o in un contesto in cui si è lasciati a se stessi, sia nel momento dell’assunzione che nei giorni successivi – momento cruciale per quella che si chiama, non a caso, ‘integrazione’ –, non c’è nessuno che può intervenire per rassicurare e riportare in binari sicuri l’esperienza visionaria. Quindi, se la persona che assume l’ayahuasca dovesse avere un’esperienza visionaria negativa – un ‘bad trip’ – questa potrebbe sfociare facilmente in una reazione psicologica avversa.
Conclusioni
Quindi ancora una volta ribadiamo che il principale fattore che determina la sicurezza dell’assunzione di ayahuasca è la scelta del contesto giusto, di persone fidate e tradizioni accreditate che garantiscano, con l’autorevolezza degli anni, la competenza e l’affidabilità di chi guida le sessioni.
Come fare per stabilire se quello cui ci troviamo di fronte è un contesto appropriato, questa è forse la cosa più difficile di tutte, poiché vi sono molti fattori che esulano dalla possibilità di essere quantificati e categorizzati. La maggior parte delle voci autorevoli in materia concorda sul fatto che siano le qualità umane delle persone che conducono l’esperienza ad essere in realtà il fattore veramente determinante. Quindi, come fare a valutare le “qualità umane” di una persona?
Decisamente un’arduo compito. Tuttavia è esattamente ciò che siamo chiamati a fare se decidiamo di entrare in questo mondo.
NOTE:
1) Nello studio italiano è riportato un caso accertato di decesso, mentre uno studio americano – condotto analizzando le chiamate all’equivalente del 118 italiano in un arco di 10 anni – hanno riscontrato, su 538 casi di persone che avevano richiesto un intervento medico in conseguenza dell’ingestione di ayahuasca, 3 decorsi fatali. FONTE: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27896660
2) Lo studio tossicologico italiano che trae queste conclusioni è divulgato qui:http://www.onap-profiling.org/ayahuasca-il-vino-dellanima/
3) Ayahuasca DMT and psycosis: a systematic review of human studies:http://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/2045125316689030
La maggior parte delle considerazioni qui riportate sono state ricavate dalle pagine del sito internet dell’associazione I.C.E.E.R.S.